{"id":96515,"date":"2025-06-20T16:40:55","date_gmt":"2025-06-20T14:40:55","guid":{"rendered":"https:\/\/www.kersia-group.com\/biofilm\/"},"modified":"2025-06-26T22:14:56","modified_gmt":"2025-06-26T20:14:56","slug":"biofilm","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.kersia-group.com\/it-it\/biofilm\/","title":{"rendered":"Biofilm"},"content":{"rendered":"

[vc_row type=”vc_default”][vc_column][vc_column_text el_class=”carnas_green”]<\/p>\n

Biofilm – Fonte costante di microrganismi e potenzialmente patogeni<\/h1>\n

Che cos’\u00e8 il biofilm?<\/h3>\n

I biofilm sono comunit\u00e0 complesse di microrganismi che aderiscono alle superfici e sono circondati da una matrice di sostanze polimeriche extracellulari (EPS).
\nL’EPS svolge un ruolo fondamentale nella formazione, nella stabilit\u00e0 e nella protezione dei biofilm.
\nA seconda delle condizioni ambientali, il biofilm pu\u00f2 essere composto da Listeria monocytogenes, Bacillus cereus e myco\u00efdes, Salmonella spp, Campylobacter, Pseudomonas aeruginosa, Leuconostoc o Cronobacter (Enterobacter sakazakii)<\/em> che costruiscono la matrice del biofilm (polimeri organici, polisaccaridi, proteine, DNA, lipidi ecc.) e altri microrganismi (patogeni), fagi, enzimi di deterioramento, spore, muffe e lieviti che vivono all’interno della matrice.
\nGrazie a questa struttura, i biofilm sono pi\u00f9 resistenti ai biocidi rispetto agli stessi batteri in un ambiente liquido.
\nQuesta struttura complessa garantisce la sopravvivenza anche in condizioni estreme.[\/vc_column_text]

<\/div>[vc_column_text el_class=”carnas_green”]<\/p>\n

Le 3 fasi del biofilm<\/h3>\n

[\/vc_column_text]

<\/div>[vc_single_image image=”96537″ img_size=”full” alignment=”center”]
<\/div>[\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default”][vc_column width=”1\/3″][vc_column_text]1. Adesione\/Attaccamento<\/strong> In questa fase, i singoli microrganismi entrano per la prima volta in contatto con una superficie e iniziano ad aderirvi.
\nQuesto attaccamento iniziale \u00e8 reversibile e debole.
\nI microrganismi possono utilizzare flagelli, pili o altre appendici per facilitare l’attaccamento.
\nMan mano che un numero maggiore di microrganismi si accumula e si attacca alla superficie, questi iniziano a produrre sostanze polimeriche extracellulari (EPS), che formano una matrice protettiva intorno al biofilm.[\/vc_column_text][\/vc_column][vc_column width=”1\/3″][vc_column_text]2. Accumulo\/Maturazione<\/strong> Man mano che il biofilm continua a svilupparsi, i microrganismi della comunit\u00e0 del biofilm iniziano a crescere e a moltiplicarsi.
\nLa matrice EPS diventa pi\u00f9 estesa e complessa, fornendo stabilit\u00e0 strutturale al biofilm.
\nI microrganismi della comunit\u00e0 del biofilm iniziano a comunicare attraverso un processo chiamato quorum sensing, in cui rilasciano molecole di segnalazione per coordinare il loro comportamento.
\nQuesta comunicazione aiuta a regolare l’espressione genica, portando alla formazione di microambienti specializzati all’interno del biofilm.
\nIn questa fase, il biofilm diventa altamente resistente agli agenti antimicrobici e alla risposta immunitaria dell’ospite.[\/vc_column_text][\/vc_column][vc_column width=”1\/3″][vc_column_text]3. Dispersione<\/strong> La fase di dispersione, in cui i microrganismi all’interno del biofilm si staccano dal biofilm, pu\u00f2 essere classificata approssimativamente in dispersione attiva e passiva.
\nLa dispersione passiva si verifica quando parti del biofilm si staccano naturalmente a causa di forze fisiche o condizioni ambientali.
\nNella fase di dispersione attiva, alcuni microrganismi all’interno del biofilm subiscono cambiamenti fisiologici e avviano il processo di distacco dal biofilm.
\nCi\u00f2 comporta la produzione di enzimi e tensioattivi che aiutano a liberare singoli microrganismi o gruppi di cellule dal biofilm.
\nUna volta dispersi, i microrganismi possono colonizzare nuove superfici e avviare la formazione di nuovi biofilm.[\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default”][vc_column]
<\/div>[vc_column_text el_class=”carnas_green”]La capacit\u00e0 dei biofilm di disperdersi \u00e8 un’importante strategia di sopravvivenza per i microrganismi all’interno del biofilm. Permette loro di colonizzare nuovi ambienti o di fuggire da condizioni sfavorevoli. Il biofilm \u00e8 quindi una fonte costante di contaminazione a causa del rilascio imprevedibile di microrganismi.[\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default” full_width=”stretch_row_content”][vc_column]
<\/div>[vc_single_image image=”96737″ img_size=”full” css_animation=”left-to-right” el_class=”img-bulle-left hidden-xs hidden-sm”][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1\/3″ offset=”vc_col-lg-4 vc_col-md-4 vc_hidden-xs”][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/2″ offset=”vc_col-lg-6 vc_col-md-6 vc_col-xs-12″][vc_column_text]<\/p>\n

Biofilm nell’industria alimentare<\/h3>\n

Le perdite economiche causate dal biofilm sono enormi.
\nIl 47% dei richiami alimentari \u00e8 legato al biofilm, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nei rifiuti a causa della contaminazione e l’impatto finanziario diretto medio (rispedizione e vendite perse) ammonta a 30 milioni di euro.
\nNegli Stati Uniti ogni settimana si verificano 30 richiami, di cui il 27% a causa di allergeni non dichiarati, il 27% a causa della salmonella, il 10% a causa della Listeria, il 10% a causa di sostanze non dichiarate e il 26% per altri motivi. [1, 2, 3]<\/sup> Il biofilm rappresenta quindi un problema importante per le industrie alimentari, poich\u00e9 ha un impatto diretto sulla sicurezza e sull’idoneit\u00e0 degli alimenti.
\nIl biofilm ha anche un impatto sulle installazioni degli impianti: pu\u00f2 causare resistenza al flusso dei fluidi nelle tubature e nel CIP, aumentando la rugosit\u00e0 delle superfici.
\nLa formazione di melma riduce le prestazioni termiche degli scambiatori di calore.
\nPossono comparire anche gas e odori.
\nIl biofilm corrode anche le superfici metalliche, con conseguente rilascio di microparticelle ed elementi di lega.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default” full_width=”stretch_row_content”][vc_column]

<\/div>[vc_single_image image=”96738″ img_size=”full” alignment=”right” css_animation=”right-to-left” el_class=”img-bulle-right hidden-xs hidden-sm”][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1\/6″ offset=”vc_col-lg-2 vc_col-md-2 vc_hidden-sm vc_hidden-xs”][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/2″ offset=”vc_col-lg-6 vc_col-md-6″]
<\/div>[vc_column_text]<\/p>\n

Biofilm nel sistema idrico<\/h3>\n

I biofilm si sviluppano facilmente nei sistemi idrici degli impianti, poich\u00e9 contengono molte ramificazioni e sono difficili da pulire, rendendo pi\u00f9 facile per il biofilm attaccarsi alle superfici umide del sistema di distribuzione dell’acqua.
\nIn queste circostanze, i batteri influiscono sulla qualit\u00e0 dell’acqua e possono anche causare corrosione.
\nPer prevenire il loro sviluppo, l’acqua potabile viene trattata e la sua qualit\u00e0 deve essere monitorata.
\nKersia offre soluzioni per rimuovere i biofilm esistenti applicando prodotti enzimatici specifici che idrolizzano la matrice che protegge il biofilm, rompendo i materiali organici e dissolvendo il terreno minerale e i polisaccaridi.[\/vc_column_text]

<\/div>
<\/div>[\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default” full_width=”stretch_row_content”][vc_column]
<\/div>[vc_single_image image=”96739″ img_size=”full” css_animation=”left-to-right” el_class=”img-bulle-left hidden-xs hidden-sm”][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1\/3″ offset=”vc_col-lg-4 vc_col-md-4 vc_hidden-xs”][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/2″ offset=”vc_col-lg-6 vc_col-md-6 vc_col-xs-12″][vc_column_text]<\/p>\n

Biofilm nelle aziende agricole<\/h3>\n

I biofilm possono essere presenti in vari luoghi delle aziende agricole, poich\u00e9 possono svilupparsi su un’ampia gamma di superfici in cui sono presenti acqua, nutrienti e microrganismi.
\nAlcuni luoghi comuni in cui si trovano i biofilm nelle aziende agricole sono: <\/p>\n

    \n
  • Sistemi idrici: I biofilm si formano spesso nei sistemi di distribuzione dell’acqua, come le tubature per l’irrigazione, i tubi e i serbatoi, dove il flusso dell’acqua \u00e8 lento o stagnante.<\/li>\n
  • Strutture per il bestiame: I biofilm possono svilupparsi sulle superfici delle strutture di stabulazione, come le mangiatoie, gli abbeveratoi e le pareti, dove i materiali organici forniscono una fonte di nutrimento per la crescita microbica.<\/li>\n
  • Sistemi di gestione del letame: Le biofilm possono formarsi nelle aree di stoccaggio del letame, tra cui fosse, lagune e grondaie, dove \u00e8 presente la materia organica dei rifiuti animali.<\/li>\n
  • Silos e bidoni di stoccaggio: Anche le strutture di stoccaggio agricolo possono ospitare biofilm sulle superfici a contatto con cereali, mangimi o altri materiali organici immagazzinati.<\/li>\n<\/ul>\n

    Prevenire la formazione di biofilm \u00e8 fondamentale per mantenere la salute degli animali e la produttivit\u00e0 dell’ambiente di allevamento e per evitare l’introduzione di agenti patogeni (di origine alimentare) nella catena alimentare.<\/span>[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1718195936545{background-color: #009542 !important;}”][vc_column][vc_empty_space height=”100px”][vc_column_text]<\/p>\n

    Controllo del biofilm: un approccio metodologico<\/strong><\/h2>\n

    Il controllo dei biofilm: un approccio critico e metodologico essenziale per mantenere la pulizia e l’igiene in tutti i settori, dalla fattoria alla tavola.
    \nI biofilm, comunit\u00e0 di microrganismi racchiuse in una matrice protettiva, rappresentano una sfida significativa in numerosi contesti, dagli stabilimenti agricoli e di lavorazione degli alimenti alle strutture di ristorazione.
    \nKersia offre consigli e soluzioni per affrontare queste sfide in modo efficace grazie a un approccio tridimensionale mirato a <\/p>\n

      \n
    • Misure preventive contro la formazione del biofilm<\/li>\n
    • Rilevamento e caratterizzazione del biofilm<\/li>\n
    • Rimozione del biofilm<\/li>\n<\/ul>\n

      [\/vc_column_text][vc_empty_space][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default” full_width=”stretch_row_content” css_animation=”none” css=”.vc_custom_1724168565045{background-color: #009542 !important;border-radius: 15px !important;}”][vc_column][vc_empty_space height=”20px”][vc_single_image image=”96516″ img_size=”full” alignment=”center” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1724168575598{border-top-width: 5px !important;border-right-width: 5px !important;border-bottom-width: 5px !important;border-left-width: 5px !important;border-radius: 15px !important;}”][vc_empty_space height=”20px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row][vc_column][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]<\/p>\n

      Misure preventive contro la formazione del biofilm <\/strong><\/h3>\n
        \n
      • Prevenire l’attaccamento, la prima fase del ciclo di vita del biofilm, con una buona progettazione igienica delle superfici e delle attrezzature, una corretta manutenzione e, se necessario, la sostituzione.<\/li>\n
      • Evitare il pi\u00f9 possibile lo sporco residuo organico e minerale della superficie, che faciliterebbe l’attaccamento e lo sviluppo del biofilm.
        \nA tal fine \u00e8 necessario che le procedure di pulizia adeguate, definite e convalidate in via preliminare, vengano eseguite quotidianamente, ma anche un monitoraggio e una verifica adeguati per individuare eventuali deviazioni. <\/li>\n<\/ul>\n

        [\/vc_column_text][vc_empty_space][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default” full_width=”stretch_row_content”][vc_column]

        <\/div>[vc_single_image image=”47303″ img_size=”full” alignment=”right” css_animation=”right-to-left” el_class=”img-bulle-right hidden-xs hidden-sm”][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1\/6″ offset=”vc_col-lg-2 vc_col-md-2 vc_hidden-sm vc_hidden-xs”][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/2″ offset=”vc_col-lg-6 vc_col-md-6″]
        <\/div>[vc_column_text]<\/p>\n

        Rilevamento e caratterizzazione del biofilm<\/h3>\n

        I biofilm possono comunque formarsi, ma la loro presenza \u00e8 spesso difficile da confermare e localizzare.
        \nIl piano di controllo deve tenere conto di questo possibile risultato, che ridurr\u00e0 la sensibilit\u00e0 del piano di campionamento.
        \nLa presenza di biofilm deve essere sospettata quando si riscontra un modello insolito di contaminazione, generalmente con un’esplosione pseudo-casuale di risultati non conformi, e quando altre cause ragionevolmente possibili sono state escluse dall’analisi delle cause principali.
        \nMentre \u00e8 possibile rivelare visivamente la presenza di biofilm sulle superfici utilizzando il kit di rilevamento Kersia, nei circuiti la presenza di biofilm \u00e8 difficile da confermare poich\u00e9 non \u00e8 possibile accedervi direttamente, ma pu\u00f2 essere rilevata tramite il campionamento durante il trattamento enzimatico.<\/p>\n

        [\/vc_column_text]

        <\/div>
        <\/div>[\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]<\/p>\n

        Rimozione del biofilm<\/h3>\n

          Rimuovere il biofilm utilizzando i protocolli chimici standard \u00e8 pi\u00f9 difficile che con i terreni convenzionali e, poich\u00e9 in genere ci troviamo di fronte a un biofilm maturo, diventa necessario un trattamento curativo enzimatico.
        \nA seconda della situazione, si possono prendere in considerazione anche trattamenti preventivi periodici, che mirano ad affrontare un biofilm in formazione prima del distacco o della dispersione dei batteri.
        \nLa detergenza enzimatica \u00e8 progettata specificamente per affrontare il biofilm, utilizzando enzimi scelti per disgregare la matrice che intrappola i batteri.
        \nPoich\u00e9 durante la detersione enzimatica \u00e8 probabile che un numero maggiore di batteri venga rilasciato dal biofilm, la disinfezione deve essere eseguita con attenzione per assicurarsi che il loro numero venga ridotto in modo adeguato al livello di contaminazione prima di procedere con la lavorazione degli alimenti.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_empty_space height=”50px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row type=”vc_default”][vc_column width=”1\/6″][\/vc_column][vc_column width=”2\/3″]

        <\/div>[vc_column_text el_class=”carnas_green”]<\/p>\n

        Biofilm prima del trattamento<\/h3>\n

        [\/vc_column_text][vc_single_image image=”96740″ img_size=”full”]

        <\/div>[vc_column_text]<\/p>\n

        1 – Degradazione enzimatica<\/h3>\n

        [\/vc_column_text][vc_single_image image=”96741″ img_size=”full”]

        <\/div>[vc_column_text]<\/p>\n

        2 – Applicazione di un disinfettante Kersia con agente ossidante<\/h3>\n

        [\/vc_column_text][vc_single_image image=”96742″ img_size=”full”]

        <\/div>[\/vc_column][vc_column width=”1\/6″][\/vc_column][\/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”96520″ img_size=”large” alignment=”center” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” css_animation=”fadeInDown” link=”https:\/\/www.kersia-group.com\/it\/contatti\/”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row][vc_column]
        <\/div>[vc_separator]
        <\/div>[vc_column_text]<\/p>\n

        Articoli correlati<\/h3>\n

        [\/vc_column_text]

        <\/div>[vc_basic_grid post_type=”post” max_items=”3″ style=”lazy” item=”1294″ grid_id=”vc_gid:1724287026499-a0b07ed3-eebc-8″ taxonomies=”13″][\/vc_column][\/vc_row]<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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